Aristofane
Le commedie

Le opere pervenuteci del commediografo greco antico Aristofane (445 circa – 385 a. C. circa), qui tutte raccolte in traduzione italiana e commentate, presentano una comicità oscillante tra l’arguto e il farsesco, basata sul rovesciamento delle gerarchie sociali e caratterizzata da una peculiare levità. Tuttavia, ciò che accomuna principalmente queste commedie è la satira rivolta contro uomini influenti di Atene e l’impegno politico, soprattutto con accenti pacifisti. Protagonisti di gran parte delle commedie sono comuni cittadini ateniesi, stanchi della guerra tra la loro città e Sparta: c’è una donna che guida le sue concittadine a mettere un atto uno sciopero sessuale e a occupare l’Acropoli per costringere gli uomini a firmare la pace (Lisistrata), un vecchio contadino che ne stipula una privata per sé e la sua famiglia (Gli acarnesi), un altro che sale sull’Olimpo in groppa a uno scarabeo per liberare la dea Irene (La pace), un altro ancora che convince gli uccelli a fondare tra le nubi una loro città per togliere il potere agli uomini e agli dei (Gli uccelli). Ma bersaglio delle canzonature e delle invettive di Aristofane non sono solo i guerrafondai: in altre commedie, il commediografo greco prende di mira gli ateniesi patiti per i processi (I calabroni), i demagoghi (I cavalieri), e i filosofi e i poeti rei, secondo lui, di promuovere comportamenti immorali (Le nuvole, Le donne alla festa di Demetra, Le rane).