Atene è logorata dalla guerra contro Sparta e provata dall’esito tragico della spedizione in Sicilia. Per porre fine a questa insensata guerra fratricida e far sì che gli uomini tornino a prendersi cura delle loro famiglie, le donne greche, capeggiate dalla combattiva e determinata Lisistrata, decidono di prendere l’iniziativa: le più anziane occuperanno l’Acropoli, dove si custodisce il tesoro dello Stato, mentre le più giovani praticheranno nientemeno che l’astinenza sessuale, fino a quando gli uomini non avranno cessato le ostilità. In questa commedia rappresentata intorno al 411 a. C., caratterizzata da un umorismo licenzioso e un sarcasmo virulento e irriverente nei confronti degli uomini politici ateniesi, Aristofane mette in scena una comica rivolta che si può quasi definire proto-femminista, perché se è vero che le protagoniste non intendono sovvertire l’ordine maschile né partecipare all’esercizio del potere, è vero anche che esse lottano vittoriosamente affinché nella vita politica della polis vi sia spazio per le virtù proprie delle donne greche: la ragionevolezza, il pragmatismo e il rifiuto della violenza.
Ettore Romagnoli (1871 – 1938) fu un grecista e letterato italiano, noto soprattutto per le sue traduzioni di opere greche classiche, tra cui tragedie di Euripide, Eschilo e Sofocle, commedie di Aristofane, l’Iliade e l’Odissea di Omero. Le sue traduzioni sono ancora oggi un riferimento per le rappresentazioni teatrali in Italia. Romagnoli fu anche un attivo saggista e critico letterario, autore di opere di critica e saggi teatrali, e si distinse per le sue polemiche contro la filologia tedesca, come in Minerva e lo scimmione. La sua vasta produzione include anche opere come Nel regno di Orfeo e Il libro della poesia greca, che testimoniano il suo impegno nella divulgazione della cultura greca.