Nel 1890 Joseph Conrad si recò nelle colonie belghe del Congo per svolgere un incarico assegnatogli da una compagnia commerciale e ne ritornò segnato indelebilmente, con la «disgustosa conoscenza della più abietta corsa al saccheggio». A quest’amara esperienza si ispirò per scrivere Heart of Darkness, un racconto d’avventura che è in realtà una testimonianza autobiografica sotto mentite spoglie. Un marinaio racconta il suo viaggio nel Congo belga, nel cuore dell’Africa, dove assunse il comando di un battello fluviale per conto di una compagnia commerciale. Il suo racconto mostra come l’amministrazione belga sia una mera caccia all’avorio e come gli indigeni siano sfruttati, ridotti in schiavitù e fatti oggetto di violenze atroci e crudeli. Prodotto malato di tale barbarie è Kurtz: sanguinario, megalomane, ossessionato dalla brama di potere, egli ha creato una sorta di regno personale in cui ha costretto gli indigeni a venerarlo come una divinità, ma ha finito i suoi giorni solo e consumato dalla follia, in pieno delirio di onnipotenza. Questo racconto è una denuncia dell’avidità che si nascondeva dietro l’ipocrita slancio civilizzatore del colonialismo e dell’imperialismo europei; è un’accusa alla civiltà occidentale, così facile a sgretolarsi a contatto con l’altro, con il diverso; è, in ultima analisi, un’esplorazione degli abissi dell’animo umano, una discesa negli inferi della natura dell’uomo. Pubblicato nel 1899, Cuore di tenebra è considerato uno dei capolavori della narrativa inglese e ha ispirato in ogni campo innumerevoli altri capolavori, tra cui Apocalypse Now, il celebre film di Francis Ford Coppola.
Traduzione e note di Alberto Ardito