Luigi Pirandello
L’umorismo

In questo saggio pubblicato per la prima nel 1908 e poi, in una seconda edizione rivista, nel 1920, fornendo continui esempi e citazioni, e dando talvolta aspre sferzate polemiche, Pirandello si propone di delimitare i confini dell’arte umoristica. Dopo aver passato in rassegna le diverse definizioni di questa categoria artistica, lo scrittore siciliano espone la sua personale concezione dell’umorismo, che è il nocciolo della sua poetica. Mentre il comico nasce da un «avvertimento del contrario», cioè dalla mera osservazione delle contraddizioni e dei paradossi umani, l’umorismo trae origine invece da un «sentimento del contrario», uno stato d’animo sospeso tra riso e pianto: se da una parte l’umorismo svela la «vita nuda», la verità che si trova oltre le apparenze e le menzogne, l’identità autentica che si cela dietro le maschere imposte dalle convenzioni sociali, dall’altra si radica in una riflessione profonda sui nodi dell’esistenza, in una comprensione pietosa della fragilità umana e della sofferenza di vivere.

Note di Alberto Ardito