Oscar Wilde
Il fantasma di Canterville

Nel sottotitolo Oscar Wilde definisce questo racconto un «romance». Certamente gli elementi tipici del genere sono presenti: il carattere gotico della storia di fantasmi ambientata in un castello medievale, la sfumatura fiabesca, il corollario amoroso e il lieto fine. Ma si tratta in realtà di una parodia del romanzo gotico: le convenzioni del genere sono capovolte, le gag umoristiche si sprecano, e soprattutto Wilde non lancia un messaggio moralistico, anzi non rinuncia anche qui a scandalizzare i bacchettoni. La storia è esilarante: il castello di Canterville è infestato dal fantasma di un uxoricida, il quale ha alle spalle una brillante carriera di apparizioni terrificanti; nel castello viene ad abitare però una famiglia americana che, quando il fantasma sfodera le sue migliori performance, non si spaventa affatto; i coniugi Otis reagiscono con pragmatismo, pulendo le macchie di sangue lasciate dal fantasma con il detergente e offrendogli un lubrificante per oliare le catene e, sentiti i suoi lamenti, una tintura per l’indigestione; i loro figli più piccoli, invece, gli fanno scherzi in continuazione; solo la loro dolce figlia comprenderà il suo dramma e, con coraggio, lo libererà dalla maledizione.
Traduzione di Alberto Ardito